Nessuna crisi è per sempre
Il grafico in questione, il Morgan Stanley World, racchiude l’andamento delle principali aziende mondiali ed è uno degli indici più famosi al mondo.
Come puoi notare ci sono salite e discese come in un normalissimo sentiero di montagna.
Le salite si hanno quando l’economia è forte ed in salute, le discese si hanno quando invece c’è recessione momentanea o poca fiducia nel futuro.
Se partiamo dall’inizio del grafico possiamo vedere come il secolo scorso fu segnato dalla più grande crisi che abbia conosciuto la storia, la Grande Depressione, avvenuta nel 1929.
In quel momento il mercato americano scese di oltre l’80%, per tornare in pareggio solo nel 1937.
Il calo di quegli anni rimase impresso in molti investitori dell’epoca tanto da determinarne il comportamento per molti anni a venire.
Dopo quel periodo molto difficile, i cali non furono più così violenti, solo correzioni in un trend rialzista che durò fino ai giorni nostri
Nelle tabelle seguenti infatti ci sono tutte le variazioni negative del mercato azionario americano per intensità e per durata dal 1938 al 2000.
Il calo medio in questi anni misurò circa il 20% e durò mediamente 223 giorni.
In questi 25 anni invece andò meglio, il calo medio delle azioni si attestò 16,8% con una durata media di 146 giorni.
I decenni migliori furono gli anni 50, 80 e 90 rispettivamente con rendimenti annui pari al 19%, 17% e 18%.
Il periodo più lungo della storia nel quale gli investitori hanno visto solo recuperare i propri investimento fu quello dal 2000 al 2013.
Ricordo che nonostante tutto, dal 1926 al 2018 1$ investito nel mercato azionario americano si sarebbe trasformato in 570$.
Sono “solo” numeri, ma i numeri a volte ci aiutano ad osservare la realtà per come realmente si mostra senza le nostre emozioni che in questi momenti diventano violente ed incontrollabili.
Nessuna crisi è per sempre, e nessun calo o risalita sono annunciati se non a posteriori, il futuro è insondabile e liquidare i propri asset non in base ad una reale esigenza ma alla paura o ad una scommessa ci fa correre il rischio di compromettere per sempre i nostri obiettivi.
D’altronde, come sostiene il Nobel all’economia, Daniel Kahneman: “possiamo resistere all’urto delle nostre emozioni, solo pianificando il nostro futuro in base alle nostre esigenze di breve, medio e lungo termine”.
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