Quello che ci viene detto nella maggior parte dei casi è che l’economia è una scienza triste dove tutto viene calcolato per avere il massimo risultato con il minimo dispendio di mezzi. Dietro questa idea vi è anche un’ipotesi che sta alla base dell’economia tradizionale e cioè che l’uomo è un animale razionale e che le decisioni sono prese dopo aver attentamente soppesato il dare e l’avere, con il bilancino del farmacista e la cura di un ragioniere.
Una domanda che è necessario porci è: l’uomo è veramente un animale razionale? Certamente sì, ma questo non vuol dire che tutte le decisioni, in particolare le decisioni economiche, sono razionali. Purtroppo la storia ci ricorda tanti esempi di eventi finanziari in cui domina l’irrazionalità: dalla crisi del Seicento e Settecento giù fino alla crisi del ’29, alle bolle della Borsa nella cosiddetta ‘crisi delle aziende tecnologiche del 2000, fino alle recenti allucinanti pazzie che hanno portato alla Grande recessione. Fino a qualche tempo fa gli economisti non si erano preoccupati troppo di questi episodi di irrazionalità considerandole delle eccezioni alla regola. Ma poi le cose sono cambiate, infatti oggi c’è una branca dell’economia chiamata ‘finanza comportamentale’ che riconosce come l’uomo in realtà, sia un animale davvero più complesso di quello che si credeva.
Passiamo ora in rassegna alcuni esempi che ci aiuteranno a capire meglio i comportamenti irrazionali delle persone e ci spiegano come la risposta intuitiva del risparmiatore non sia sempre quella giusta.
Come spiegato nella teoria del paradosso del compleanno definito nel 1939 da Richard von Mises, si afferma che la probabilità che almeno due persone in un gruppo compiano gli anni lo stesso giorno è largamente superiore a quanto potrebbe dire l’intuito: infatti già in un gruppo di 23 persone la probabilità è circa 0,51; con 30 persone essa supera 0,70, mentre con 50 persone tocca addirittura 0,97, anche se per arrivare all’evento certo occorre considerare un gruppo di almeno 366 persone.
La maggior parte delle persone pensa che la probabilità sia molto bassa, ma la risposta esatta non è quella intuitiva, infatti sembra quasi assurdo che bastino 50 persone per avere una probabilità prossima al 100%. Ma perché l’intuizione dà la risposta sbagliata? Probabilmente perché non siamo concentrati sul considerare la numerosità del gruppo.
Un altro aspetto interessante è vedere come la gente in un supermercato compra molte più lattine di minestra se, per quel prodotto c’è un cartello con scritto “Limite: 12 per cliente”.
Un aspetto rilevante anche per i comportamenti nelle crisi finanziarie è che la gente esagera le probabilità di eventi che in realtà hanno poche probabilità di manifestarsi. Una peculiarità importante è un ‘irrazionale’ avversione al rischio. Supponiamo che ci viene offerta la seguente possibilità: lanciamo in aria una moneta e se viene testa vinciamo 11 euro, se viene croce ne perdiamo dieci. Il rendimento atteso è di mezzo euro, eppure da alcune ricerche risulta che moltissimi non accetterebbero questa proposta. Il motivo è che sono avversi alle perdite non avvertendo l’utilità di 11 euro vinti.
Non c’è solo un’avversione alle perdite, ma c’è anche un’altra ragione che sta in quello che viene chiamato il “ragionamento isolato”. Cosa vuol dire? L’uomo razionale dovrebbe valutare, nella scommessa appena descritta, la possibilità di perdere 10 euro in relazione alla propria situazione finanziaria complessiva. Questa valutazione dovrebbe incoraggiare l’accettazione della scommessa, in quanto 10 euro solitamente sono una piccolissima frazione della propria ricchezza. Le persone però tendono a giudicare la convenienza di quella scommessa in maniera isolata dalla valutazione della propria ricchezza: è la possibilità di perdita in sé che viene considerata, staccata da valutazioni “al margine” rispetto al proprio stock di ricchezza. Questo meccanismo mentale è la ragione per la quale si sono sviluppate le lotterie e il perché sono così popolari: il costo del biglietto (la perdita), è molto basso rispetto alla possibile vincita e quindi l’avversione alla perdita è attenuata.
Come dicevamo all’inizio l’economia è vissuta come una scienza fredda che spesso sostituisce il pallottoliere al cuore, ma forse non è proprio così, se spiegata infatti aiuta a vivere e ad evitare comportamenti impropri.
“Investire è semplice, ma non è facile.” (Warren Buffet)
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