Per andare da A a B abbiamo bisogno di tre cose:
1) Conoscere B
2) un piano
3) un navigatore
B è il nostro obiettivo, in secondo luogo serve un piano per raggiungerlo, ma la cosa più importante di tutte è avere qualcosa o qualcuno che ci diriga verso il nostro obiettivo in maniera ancora più determinata di noi stessi.
Chi va in palestra conosce bene il meccanismo, con un coach, infatti, raggiungere il proprio fisico ideale è più semplice. Soprattuto quando subentra la fatica e la noia.
E che dire di chi si sottopone ad un preciso regime alimentare, senza un dietologo o un nutrizionista a cui rendere conto? Sgarrare potrebbe essere una tentazione troppo forte.
La cosa più importante non è l’obiettivo o un piano, ma qualcuno che ci spinga a raggiungerlo quando iniziamo a sentirci appannati e stanchi, che ci dia la carica, che ci ricordi la motivazione che ci ha indotto a muovere quel primo passo.
Faccio un altro esempio.
Immaginiamo di dover compiere un lungo tragitto in auto.
Il nostro cammino andrà da un punto A ad un punto B.
Impostando la posizione ci vengono forniti dei percorsi possibili, un chilometraggio ed un tempo di percorrenza.
Tutto questo ovviamente è teorico, perché ci sarà capitato mille volte di sperimentare che la mappa non è il territorio, cioè quello che realmente poi accadrà lungo il tragitto lo sapremo solo dopo che saremo partiti.
L’imprevisto determina un ricalcolo continuo del tempo, del chilometraggio ed a volte, quando le cose sono veramente critiche, anche del percorso.
L’imprevisto a volte potrebbe avere vari effetti, ci infastidisce, se perdura ci fa arrabbiare e se diventa insostenibile ci scoraggia, ci fa sentire di aver sbagliato il giorno della partenza, o la scelta dell’orario e ci viene quella leggera tentazione di rigirare l’auto e mandare tutti al diavolo.
L’unico che non ha tentennamenti o incertezze è il nostro navigatore, lui sta li a ricalcolare percorsi e a fare statistiche, ci spinge a resistere, ci dice che stiamo accumulando del ritardo ma che prima o poi raggiungeremo la nostra meta.
Inutile dire che si può fare un parallelismo simile anche nel mondo degli investimenti.
Il punto B sono i nostri obiettivi di vita. Il piano per raggiungerli sono le strategie di investimento che mettiamo in campo, il navigatore è la persona al quale abbiamo affidato il raggiungimento del nostri obiettivi, quello che ostinatamente continua a crederci più di noi stessi e che ci spinge a raggiungere gli obiettivi che a volte perdono d’importanza in presenza di qualche crisi di mercato.
Il navigatore non è solo colui al quale si chiede di scegliere il percorso da compiere ma è colui che è determinato a portarci fino al nostro punto B, consapevole delle trappole della nostra mente quando i mercati finanziari iniziano a farci paura, è colui che tiene ai nostri obiettivi più di noi stessi.
Michele Sportoletti
Consulente Finanziario
