Come è possibile? Questa è l’affermazione di un mio cliente a distanza di qualche mese dallo scoppio della crisi attuale, ora vi racconto.
Un mio cliente questa settimana mi ha chiesto di controllare l’investimento iniziato a gennaio di quest’anno, dopo avergli detto che li controvalore era più alto del capitale versato, mi ha chiesto come questo fosse stato possibile visto che i mercati finanziari ancora non erano tornati ai loro massimi. La risposta è semplice, finanza comportamentale.
La finanza comportamentale è la disciplina che aiuta ad applicare il giusto comportamento a seconda dei diversi scenari di mercato, la finanza comportamentale è la prima cosa da capire per un investitore, perché è grazie a questa “arte” che si riesce ad uscire dalle sabbie mobili nelle quali a volte i mercati finanziari si infilano.
La finanza comportamentale è ciò che pratico io.
Warren Buffett diceva che ci sono due regole in borsa, la prima è non perdere, la seconda è non dimenticarsi la prima.
Ma come si fa a non perdere in un mercato che oscilla di continuo?
La perdita per il dizionario Treccani significa, cessare di possedere una cosa, quindi nel mio mondo significa vendere. Fino a che non vendi quindi non realizzi alcuna perdita. Il tempo gioca a nostro favore, ma anche la mediazione del prezzo può aiutarci molto, cioè acquistare ad un prezzo più basso ciò che si è acquistato prima ad un prezzo maggiore, cosi da ottenere un prezzo medio.
Faccio uno degli esempi più semplici che conosco.
Indice americano S&P 500 dal 01/03/2000 al 31/12/2007
Per facilita di calcolo dirò che l’indice è sceso del 50% dal 2000 al 2003 e che poi è risalito del 100% nei successivi 4 anni.
In tutto ci sono voluti 7 anni per rivedere il pareggio.
Ma se invece di seguire il flusso dei capitali in maniera passiva, mi “attivassi”, cosa accadrebbe al mio investimento.
Ed ecco l’esempio scolastico:
Ho 200 euro da dedicare ad un investimento.
100 li metto il 01/03/2000 comprando l’indice che supponiamo come base di calcolo valga 100 euro
Acquisto cosi 1 singola quota.
Poi metto altri 100 quando il prezzo scende a 50 come nel 2003.
Acquisto quindi 2 quote.
Ho investito tutto quello che ho al prezzo medio di?
In tanti mi rispondono a 75, invece il prezzo medio è molto più basso, siamo a 66.
200 euro / 3 quote = 66
66 nel grafico qui in basso vorrebbe dire raggiungere il pareggio tra il 2004 e il 2005 circa 4 anni prima di chi invece ha investito in unica soluzione nel 2000, a quell’epoca infatti in tanti investivano tutto quello che avevano perchè presi dall’euforia del facile ed immediato guadagno.
Cosa è cambiato? Che cosa ha fatto veramente la differenza?
Il mercato o li comportamento?
Sono anni che mi trovo a parlare di questi argomenti, prima solo con i miei clienti ed ora anche qui in questo ambiente, eppure ho notato che facciamo fatica ad imparare a capire che la soluzione ce l’abbiamo sotto ai nostri occhi. Abbiamo un difetto di fabbrica, non riusciamo a sopportare la paura di perdere, è per questo che ribadisco sempre che la differenza sta tutta in un rapporto, che possa aiutarci a ragionare quando l’emotività ci assale, che ci ricordi quali sono le nostre priorità, che dia senso al trascorrere del tempo, che posso far brillare i nostri sogni attraverso una corretta pianificazione.
That’s it.
Michele Sportoletti
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