Che tipo di investitore sei? Ma soprattutto sei un investitore intelligente?
Per iniziare la nostra riflessione è opportuno soffermarci sulla seconda domanda che è di vitale importanza, per poter capire la strada che possono prendere i nostri investimenti. Ma cosa si intende esattamente per investitore “intelligente”? Quello che va subito chiarito è che il termine intelligenza non ha nulla a che vedere con il quoziente intellettivo (QI), ma significa semplicemente essere pazienti, disciplinati e desiderosi di imparare. Bisogna essere in grado di controllare le nostre emozioni e pensare a noi stessi. Questa intelligenza di cui parliamo si lega molto di più al carattere che al cervello. Non c’è prova che un alto quoziente d’intelligenza e l’istruzione superiore non siano sufficienti per rendere un investitore intelligente. Questa affermazione viene sostenuta da un piccolo episodio avvenuto nella primavera del 1720 a Sir Isaac Newton che possedeva diverse azioni nella South Sea Company, uno dei titoli più ambiti in Inghilterra. Percependo che la situazione del mercato fosse difficile da gestire, il grande fisico affermò che “avrebbe potuto calcolare i moti dei corpi celesti, ma non la follia della gente”. Newton vendute tutte le azioni ottenne un profitto del 100%, ma pochi mesi dopo travolto dall’entusiasmo del mercato fece un passo falso perdendo la bellezza di 20.000 £ (o più di $ 3 milioni ad oggi).
Come sappiamo Newton è considerato uno degli uomini più intelligenti che conosciamo, stando almeno alla definizione più comune d’intelligenza, ma per Graham, Newton non era affatto un investitore intelligente. Possiamo affermare che nello scienziato non si è sviluppata affatto la “disciplina emotiva” che richiede il saper investire con successo.
Insomma, se vi è capitato di fallire negli investimenti significa semplicemente che si devono affinare le vostre qualità emotive.
In fondo essere un investitore intelligente è più una questione di carattere che di cervello.
“Le condizioni economiche possono cambiare, ma la natura umana rimane essenzialmente la stessa.” (BENJAMIN GRAHAM)
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