In una delle serie televisive più famose degli ultimi anni, il protagonista disse: Noi non subiamo il terrore, noi lo creiamo.
Kevin Spacey in quel momento interpretava il presidente degli Stati Uniti in House of Cards.
Quando l’economia più potente e resiliente al mondo decide di fare qualcosa, quella cosa accade.
Jerome Powell, governatore della banca centrale americana, ha precisato che i tassi saranno tenuti al livello attuale, lo 0-0,25%, fino a quando non sarà raggiunta la massima occupazione – che la Fed individua, usando un’ampio insieme di indicatori economici e l’inflazione (il tasso Pce, delle Personal consumption expenditures, le spese per consumi) non avrà raggiunto il 2% – stabilmente, ha spiegato il presidente – e non sarà su un percorso che lo porterà moderatamente al di sopra di quel livello.
Quindi gli obiettivi sono 2:
Rialzo dei tassi raggiunta la massima occupazione che la Fed vede come obiettivo raggiungibile entro il 2023
Per quanto riguarda l’Inflazione occorre però che anche questa rientri nei parametri: non solo il 2%, che oggi va raggiunto “in media”, ma anche il 2,5% che può essere considerato come una (prima?) soglia di tolleranza. Anche l’ex presidente Ben Bernanke, dopo la crisi finanziaria, aveva indicato quel livello come obiettivo temporaneo al quale portare l’inflazione. La Fed ha parlato di inflazione solo “moderatamente” più elevata del 2% e non sembra verosimile, in base alla sua storia recente, che possa davvero puntare a tenere la dinamica dei prezzi a una velocità ancora più elevata.
Il nuovo obiettivo di politica monetaria è infatti quello di un’inflazione media al 2% nel tempo. Dopo diversi anni di inflazione al di sotto di quella soglia – la media 2015-2019 è stata dell’1,4% e il 2020 potrebbe chiudersi con un 1,2% – occorre quindi che la velocità dei prezzi superi il 2% per qualche tempo.
Perché mi sto concentrando tanto su questo fatto? ( Se vuoi ne ho parlato anche nel podcast a questo indirizzo
Se la Fed decide di stimolare l’inflazione e cioè il rialzo dei prezzi di beni di consumo, vuol dire che il potere di acquisto del mio denaro dovrà essere mantenuto al passo per non perdere valore.
Ma se i tassi oggi sono intorno allo zero e lo saranno ancora per lungo tempo, chi difenderà i risparmi?
In questo caso la risposta è, non certo le obbligazioni che, mantengono sicuramente il capitale se alla scadenza il titolo non è andato in default, ma non mantengono il valore e di certo non lo difende la liquidità in conto corrente dove anche qui il capitale non viene intaccato ma il valore sicuramente si.
La risposta quindi rimane la seguente: il mercato azionario, gli immobili o le materie prime.
Investire direttamente in questi asset però potrebbe risultare rischioso, investire in un singolo titolo potrebbe esporre a guadagni importanti ma anche a perdite ingenti, acquistare immobili come investimento è una cosa da veri esperti si potrebbe guadagnare una buona rendita ma si rischia di vedere immobilizzato il proprio capitale per molto tempo, le materie prime invece sono sempre più volatili a causa della forte speculazione a cui sono sottoposte.
La risposta più convincente a mio avviso rimane sempre la stessa. Se si vuole avere un rendimento al di sopra dell’inflazione, senza tenere i propri soldi immobilizzati per anni e non essere sottoposti a forte speculazione, i fondi comuni, in tutte le loro declinazioni quindi attivi o passivi, sono oggi la risposta più convincente.
Quindi se voglio capire dove indirizzare i miei risparmi nei prossimi anni bussate alla porta delle banche centrali sono loro e soltanto loro a creare il nostro futuro economico e finanziario.
MICHELE SPORTOLETTI
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